La magnetoterapia trova applicazione in tutte le patologie caratterizzate da dolore e infiammazione.
Interviene nella cura di disturbi di tipo articolare e reumatico e vi si ricorre in caso di dolori muscolari o distorsioni, osteoporosi, artrosi, artrite, ernia, vene varicose, mal di schiena in generale, formicolii.
Ma anche ulcere da decubito, epicondiliti o edema. La magnetoterapia espleta un’azione antinfiammatoria, ha un effetto antidolorifico, migliora la circolazione sanguigna e accelera la calcificazione delle fratture e la cicatrizzazione delle ferite.
Esistono tre tipi di magnetoterapia: statica, a bassa frequenza e ad alta frequenza.
Quella statica è la più semplice – ma anche la più blanda – forma di magnetoterapia: consiste nell’applicare direttamente uno o più magneti sulla parte da trattare.
La magnetoterapia a bassa frequenza, che genera campi magnetici variabili con frequenze che oscillano tra i 10 e i 200 Hz, è più indicata per favorire la rigenerazione dei tessuti.
Con la magnetoterapia ad alta frequenza (o radio frequenza) si raggiungono invece frequenze elevatissime, quantificabili nell’ordine di milioni di hertz (da 18 a 900 Mhz).
Queste frequenze radio vengono utilizzate soprattutto per il loro effetto analgesico e antinfiammatorio.